Ligure, profondamente legata alla terra, terramata, estimatrice della natura in ogni sua manifestazione, cerca da anni di guardare oltre. Oltre il visibile al primo sguardo creando foto ora oniriche e metafisiche che nel bloccare l’istante divengono utopiche e ucroniche. Ama i colori, i volumi, l’intangibile ad esempio la luce. Non elabora le foto, spesso ancora analogiche anche se comincia ad usare il digitale, mondo per lei di scoperte che però ama meno. Qualche critico ha detto, visto che ha già pubblicato tre libri di poesia (e è pronto il quarto volume) che vi è una sorta di omogeneità tra le sue foto e le poesie.

Ama i viaggi, che con le foto di reportage la hanno condotta piano piano, per vie inaspettate e inesplorate alle foto astratte, controsenso in termini visto che la fotografia nacque per riprodurre persone (anche foto segnaletiche) o paesaggi e monumenti.

Ma ciò che conta è l’emozione, più del sapere quale è il soggetto della foto, che talvolta è intangibile come quando scompone la luce per fotografarla.

Ama leggere, conoscere gente nuova ma anche stare sola e meditare dono lasciatole da lunghi anni di disciplina yoga che ha praticato e insegnato. Ha tanti anni ma ama dire che è diversamente giovane perché ancora interessata, curiosa, capace di stupore e meraviglia come i bambini.

Di lei, tra le tante recensioni, hanno parlato i critici Giuseppe Franzoso colui che fortissimamente la spinse a esporre ciò che da tempo faceva per se stessa; Valentina Calzia, Angelo Mistrangelo, Giorgio Barberis, Virgilio Patarini, Alberto Moioli, Grazia Chiesa, Valter Fabbri e critici stranieri di cui ricorda in particolare Ed McCormack NY City per l’originalità della sua critica che le toccò il cuore, dicendo nel suo magazine che “le foto della Angelini fanno danzare gli angeli sulla punta di uno spillo” (libera traduzione).

È anche pittrice e scultore in creta; ha fatto per 20 anni volontariato per i bambini.

Ha fatto parte per otto anni del direttivo del Museo Archeologico del Finale.

Ha collaborato con l’Assessorato alla cultura proponendo e organizzando mostre nell’Oratorio dei Disciplinanti, Chiostri di Santa Caterina, Finalborgo.

Ha frequentato come allieva laboratori teatrali e in seguito recitato in Teatro come prima attrice a Borgio Verezzi e a Finalborgo.

Ha recitato sue poesie con accompagnamento di chitarra classica (Maestro Riccardo Pampararo) più volte in locazioni differenti.